{"id":2885,"date":"2023-11-23T18:00:24","date_gmt":"2023-11-23T17:00:24","guid":{"rendered":"https:\/\/eticadigitale.org\/2023\/11\/23\/la-compagnia-finlandese-che-allena-le-ia\/"},"modified":"2023-11-23T18:00:24","modified_gmt":"2023-11-23T17:00:24","slug":"la-compagnia-finlandese-che-allena-le-ia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticadigitale.org\/2023\/11\/23\/la-compagnia-finlandese-che-allena-le-ia\/","title":{"rendered":"\ud83c\uddeb\ud83c\uddee La compagnia finlandese che allena le IA con le persone in carcere"},"content":{"rendered":"
Se l’inglese come lingua franca \u00e8 molto diffusa, permettendo di allenare IA inglesi in gran parte del mondo, non \u00e8 lo stesso per lingue come il finlandese: \u00e8 per questo che la compagnia finlandese Metroc allena il suo modello linguistico tra le carceri del Paese.<\/p>\n
Da un lato c’\u00e8 chi ritiene questo lavoro (\u20ac1,54 all’ora) uno fra tanti che offre il carcere, che non sfrutta gente nel terzo mondo (vedasi OpenAI in Kenia<\/a>) e che permette di mantenere vivo il patrimonio linguistico-culturale, senza lasciare il predominio linguistico ed economico all’inglese.<\/p>\n Dall’altro c’\u00e8 invece chi critica come Metroc faccia milioni sottopagando carcerat\u025c, temendo che la mancanza di freni possa portare a far fare loro lavori del clic provanti, come l’esposizione a immagini disturbanti per etichettarle (vedasi Facebook, sempre in Kenia<\/a>)<\/p>\n