{"id":2919,"date":"2024-11-02T12:27:23","date_gmt":"2024-11-02T11:27:23","guid":{"rendered":"https:\/\/eticadigitale.org\/?p=2919"},"modified":"2024-11-04T09:58:33","modified_gmt":"2024-11-04T08:58:33","slug":"piracy-shield-lo-strumento-che-ha-bloccato-google-drive","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticadigitale.org\/2024\/11\/02\/piracy-shield-lo-strumento-che-ha-bloccato-google-drive\/","title":{"rendered":"Piracy Shield: lo strumento che ha bloccato Google Drive"},"content":{"rendered":"\t\t
Tra sabato 19 e domenica 20, in Italia una parte di Google Drive \u00e8 andata gi\u00f9 per qualche ora, facendo allarmare un po’ chiunque. Inizialmente sembrava un guasto tecnico, ma poi si \u00e8 scoperto che alcuni server di Google sono stati bloccati per errore a causa di uno strumento italiano che prende il nome di Piracy Shield.<\/p>\n\n\n\n
Piracy Shield \u00e8 una piattaforma progettata per combattere la pirateria digitale<\/a>. Serve a monitorare e bloccare le partite di calcio trasmesse illegalmente. La Lega Serie A, una delle principali promotrici del progetto, sostiene di perdere molto denaro a causa della pirateria, denaro che potrebbe ottenere dagli abbonamenti. \u00c8 stato quindi sviluppato uno strumento tecnologico rapido e automatizzato che neutralizzi le TV pirata senza la necessit\u00e0 di intervento umano.<\/p>\n\n\n\n La piattaforma<\/a> \u00e8 stata sviluppata dalla startup milanese SP Tech e da un tavolo tecnico tra AGCOM (Autorit\u00e0 per le Garanzie nelle Comunicazioni) e ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale). Questo strumento \u00e8 stato poi donato ad AGCOM per la lotta alla pirateria.<\/p>\n\n\n\n Con la legge 93 del 2023, l’AGCOM pu\u00f2 bloccare un sito pirata entro 30 minuti dalla segnalazione del titolare dei diritti, previo ordine cautelare. Grazie alla stessa legge le autorit\u00e0 possono emettere ordini di blocco senza dover passare attraverso un giudice, rendendo il processo molto pi\u00f9 veloce rispetto al passato. Il tutto fatto attraverso uno strumento automatico, quindi senza supervisione umana.<\/p>\n\n\n\n Il titolare dei diritti, come DAZN o la Lega Serie A, segnala a Piracy Shield un sito che trasmette i suoi contenuti senza autorizzazione, indicando o l’indirizzo univoco (IP) o il nome del sito. Una volta ricevuta la segnalazione, Piracy Shield entro 30 minuti attiver\u00e0 il blocco. <\/p>\n\n\n\n Chi guarda contenuti pirata rischia una multa fino a 5.000 euro, ma solo se si dimostra che son stati visti una grande quantit\u00e0 di materiale protetto. Le sanzioni penali pi\u00f9 importanti riguardano invece chi trasmette, che rischia fino a 3 anni di reclusione e multe fino a 15.000 euro.<\/p>\n\n\n\n Dalle 18:56 di sabato 19 ottobre, Piracy Shield ha bloccato l’indirizzo drive.usercontent.google.com, dominio che si usa per scaricare contenuti da Drive e usato anche da YouTube. Piracy Shield dispone di una lista bianca che contiene i domini da non bloccare, ma per qualche ragione (probabilmente una svista) si era dimenticato di aggiungere il dominio di Google. Quando poi una societ\u00e0 esterna ingaggiata da DAZN ha fatto una segnalazione errata che includeva il dominio di Google, questo ha causato il blocco. Gli esperti avevano in verit\u00e0 previsto scenari simili, avvertendo appunto che prima o poi si sarebbero verificati problemi di questo tipo. In altre parole, quello che \u00e8 successo a Google \u00e8 stato un danno annunciato di una legge inefficace, che pensava di ignorare il pi\u00f9 comune dei problemi: i falsi positivi.<\/p>\n\n\n\n C’\u00e8 poi un’altra cosa da considerare: questo sistema porta a una nuova forma di censura. I blocchi vengono infatti imposti senza alcuna trasparenza, solo perch\u00e9 qualcuno afferma di possedere i diritti di un contenuto. Tra l’altro, se si blocca un singolo indirizzo IP, si potrebbe impedire l’accesso a una ventina di siti web innocenti che condividono lo stesso IP.<\/p>\n\n\n\n In questo caso si \u00e8 risolta nel migliore dei modi. Quando i fornitori Internet hanno capito il problema grazie alle segnalazioni e alla copertura dei giornali, hanno deciso di rimuovere il blocco. La legge prevede che, in caso di errore, il blocco debba essere revocato entro 24 ore. Di solito, per\u00f2, se il proprio sito \u00e8 bloccato legittimamente, si hanno 5 giorni per presentare un ricorso all’AGCOM, durante i quali il sito rimarr\u00e0 comunque bloccato. Con il problema per\u00f2 che non esiste alcuna lista pubblica dei siti bloccati per sapere se c’\u00e8 effettivamente un blocco in corso. Se si sospetta che il proprio sito sia stato stato vittima di Piracy Shield, si dovrebbe prima controllare se \u00e8 accessibile dall’Italia. E se si decide di richiedere la sospensione del blocco, sar\u00e0 solo AGCOM l’organo in grado di intervenire.<\/p>\n\n\n\n Comunque, le diffide non si sono fatte attendere, e qui inizia la parte pi\u00f9 macchiettistica della faccenda. Da una parte, la Lega Serie A sarebbe pronta a fare causa a Google<\/a> per la scarsa collaborazione nell\u2019ambito della lotta alla pirateria. Dall\u2019altra, l\u2019AGCOM ha diffidato DAZN, sottolineando la necessit\u00e0 di garantire maggiore diligenza nelle segnalazioni e chiedendo di rivelare pubblicamente il responsabile dell’errore. Avvertendo che ulteriori inadempienze potrebbero portare a sanzioni.<\/p>\n\n\n\n Per ricapitolare: qualcuno crea uno strumento, e quando sorgono i problemi che erano stati preannunciati se la prende con chi ha effettuato la segnalazione. Ci si aspetta infatti che l’azienda che segnala non possa sbagliare, perch\u00e9 in caso di errore si proceder\u00e0 per vie legali.<\/p>\n\n\n\n Il problema \u00e8 che il sistema ha funzionato esattamente come previsto. Ed essendo uno strumento potente, in futuro potrebbero esserci abusi dalle conseguenze ben peggiori. Si \u00e8 dato ad AGCOM il potere di chiudere Internet in Italia in appena 30 minuti, e questo strumento, creato per proteggere gli interessi economici del calcio, rischia di diventare un ulteriore mezzo di controllo. Oggi blocchiamo le partite pirata, ma domani potrebbe trasformarsi tranquillamente in una forma di proto-censura. Zuboff nel \u201cCapitalismo della Sorveglianza\u201d arriva a dire che tutto quello che pu\u00f2 essere usato ai fini della sorveglianza alla fine verr\u00e0 usato ai fini della sorveglianza. Quello che per adesso pu\u00f2 sembrare assolutamente folle potrebbe diventare – per interessi politici, economici ecc. – realt\u00e0 in futuro.<\/p>\n\n\n\n Inoltre, il sistema porta con s\u00e9 gravi rischi per la sicurezza nazionale. Infatti, potrebbe essere hackerato da attori esterni che, spacciandosi per i legittimi detentori<\/a> dei diritti d’autore, potrebbero far chiudere siti web a loro piacimento. E siccome \u00e8 tutto automatizzato, chi volesse creare problemi potrebbe farlo senza difficolt\u00e0, e ripristinare la situazione richiederebbe un processo burocratico complicato. In altre parole, in un’epoca in cui le guerre digitali sono cruciali, questo sistema ci espone a pericoli pi\u00f9 grandi di quanto immaginiamo.<\/p>\n\n\n\n In pratica, si \u00e8 voluto usare un martello grosso come una casa per colpire una formica; che, quando lo si usa per colpire la formica, il rischio \u00e8 di colpire tutt’altro, portando anche a danni strutturali. Che sia per l’automatizzazione, che sia per la possibilit\u00e0 di abuso e censura, o la rapidit\u00e0 con cui i contenuti possono essere bloccati senza supervisione umana. Non \u00e8 quindi possibile che, col pretesto della pirateria (soprattutto quando richiesto da un settore che non guadagnava cos\u00ec tanto dal 2000<\/a>), vengano introdotti strumenti distopici che mettono nelle mani di un solo organo il controllo esteso della rete. La storia ci insegna che chi detiene il controllo di Internet, pu\u00f2 arrivare effettivamente a staccarlo per i propri scopi. Un esempio tra tanti \u00e8 l’India con le repressioni nella regione del Kashmir, dove il governo stacc\u00f2 la rete per 5 mesi<\/a>, isolando completamente la regione dal resto del mondo. Bisognerebbe poi guardare il problema della pirateria anche da un altro punto di vista: chiedendosi perch\u00e9 la gente pirata, cosa e in quale quantit\u00e0. Leggendo i commenti su una della bacheche italiane di Reddit<\/a>, in risposta al recente stop da parte di Disney+ di condividere le utenze, emergono svariate frustrazioni da parte delle persone: servizi che aumentano i costi, il dover avere sempre pi\u00f9 piattaforme per seguire i contenuti che interessano, il peggioramento dei servizi. Insomma: offrire soluzioni semplicistiche per (cercare di) proteggere gli interessi economici di aziende benestanti, fingendo che non ci siano problematiche pi\u00f9 grosse dietro e che l’utenza agisca per pura cattiveria, \u00e8 un approccio non solo miope, bens\u00ec anche dannoso per l’intera societ\u00e0.<\/p>\n\n\n\n <\/p>\n\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t<\/div>\n\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t<\/section>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Tra sabato 19 e domenica 20 ottobre, in Italia una parte di Google Drive \u00e8 andata gi\u00f9 per qualche ora, facendo allarmare un po’ chiunque. I danni che ha fatto Piracy Shield e le ulteriori problematiche che pone per il futuro della societ\u00e0<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":2922,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":"","_share_on_mastodon":"0"},"categories":[3,67],"tags":[17,109],"class_list":["post-2919","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-analisi","category-originali","tag-censura","tag-politica"],"blocksy_meta":{"has_hero_section":"enabled","hero_section":"type-2","styles_descriptor":{"styles":{"desktop":"[data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .page-title {--theme-font-size:30px;--theme-heading-color:var(--theme-palette-color-5);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .entry-meta {--theme-font-weight:600;--theme-text-transform:uppercase;--theme-font-size:12px;--theme-line-height:1.3;--theme-text-color:var(--theme-palette-color-5);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .page-description {--theme-text-color:var(--theme-palette-color-5);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .hero-section[data-type=\"type-2\"] {--vertical-alignment:flex-end;--min-height:90vh;background-color:var(--theme-palette-color-6);background-image:none;--container-padding:50px 0px;} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .hero-section[data-type=\"type-2\"] > figure .ct-media-container:after {background-color:rgba(18, 21, 25, 0.5);}","tablet":"","mobile":"[data-prefix=\"single_blog_post\"] .hero-section[data-type=\"type-2\"] {--min-height:10vh;}"},"google_fonts":{"Manrope":["n4","n6"]},"version":6},"hero_elements":[{"id":"custom_title","enabled":true,"heading_tag":"h1","title":"Home","__id":"HUQBIZAFl-dMLBK429fmP"},{"id":"custom_description","enabled":true,"description_visibility":{"desktop":true,"tablet":true,"mobile":false},"__id":"celkav-Hzrv05E7_3xDdm"},{"id":"custom_meta","enabled":true,"meta_elements":[{"id":"author","enabled":false,"label":"Di","has_author_avatar":"yes","avatar_size":25,"__id":"N3EKjdnF-PFaMy62m3YgV"},{"id":"post_date","enabled":true,"label":"On","date_format_source":"default","date_format":"M j, Y","__id":"VH4UPRN6rCq1JA212w06d"},{"id":"updated_date","enabled":false,"label":"On","date_format_source":"default","date_format":"M j, Y","__id":"AnqVk4PGSab3rawE_Weg3"},{"id":"categories","enabled":true,"label":"In","style":"simple","__id":"McqVLnGAXAhxk17Y9pHkB"},{"id":"comments","enabled":false,"__id":"yxhY9b98hEu-zkgNvQepz"}],"page_meta_elements":{"joined":true,"articles_count":true,"comments":true},"__id":"h9DhWtWOVoKuYZeFB_h5H"},{"id":"breadcrumbs","enabled":false,"__id":"y99akuVvugX6eougTKZ3B"}],"hero_vertical_alignment":{"desktop":"flex-end","tablet":"flex-end","mobile":"flex-end"},"hero_structure":"normal","hero_height":{"desktop":"90vh","tablet":"90vh","mobile":"10vh","__changed":["mobile"]},"pageExcerptColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-5)"}},"pageTitleFontColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-5)"}},"pageMetaFontColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-5)"},"hover":{"color":"CT_CSS_SKIP_RULEDEFAULT"}},"pageTitleOverlay":{"background_type":"color","background_pattern":"type-1","background_image":{"attachment_id":null,"x":0,"y":0},"gradient":"linear-gradient(135deg,rgba(6,147,227,1) 0%,rgb(155,81,224) 100%)","background_repeat":"repeat","background_size":"auto","background_attachment":"scroll","patternColor":{"default":{"color":"#e5e7ea"}},"overlayColor":{"default":{"color":"CT_CSS_SKIP_RULE"}},"backgroundColor":{"default":{"color":"rgba(18, 21, 25, 0.5)"}}}},"share_on_mastodon":{"url":"https:\/\/mastodon.bida.im\/@eticadigitale\/113414534082668985","error":""},"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2919","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=2919"}],"version-history":[{"count":8,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2919\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":2929,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/2919\/revisions\/2929"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media\/2922"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=2919"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=2919"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=2919"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}Nella pratica<\/h2>\n\n\n\n
Cos’\u00e8 successo a Google?<\/h2>\n\n\n\n
Il blocco<\/h2>\n\n\n\n
Lo sblocco<\/h2>\n\n\n\n
Il rimpallo di responsabilit\u00e0<\/h2>\n\n\n\n
Il problema \u00e8 ontologico<\/h2>\n\n\n\n
Tirando le somme<\/h2>\n\n\n\n