{"id":340,"date":"2020-05-05T17:23:51","date_gmt":"2020-05-05T16:23:51","guid":{"rendered":"https:\/\/eticadigitale.org\/?p=340"},"modified":"2022-11-20T18:09:23","modified_gmt":"2022-11-20T17:09:23","slug":"test-universitario-online-cisia-perche-e-inadeguato-e-non-andrebbe-fatto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticadigitale.org\/2020\/05\/05\/test-universitario-online-cisia-perche-e-inadeguato-e-non-andrebbe-fatto\/","title":{"rendered":"Test universitario online CISIA: perch\u00e9 \u00e8 inadeguato e non andrebbe fatto"},"content":{"rendered":"\n

L\u2019anno scorso il CISIA (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l\u2019Accesso) era presente in 104 facolt\u00e0 universitarie italiane, erogando per loro il test d\u2019ingresso TOLC (Test OnLine CISIA). L\u2019iscrizione a questo test d\u2019ingresso fece gi\u00e0 all\u2019epoca parlare di s\u00e9, in quanto un utente su Reddit<\/a> denunciava che nell\u2019iscrizione veniva richiesto obbligatoriamente un dato biometrico.<\/p>\n\n\n\n

Dopo ulteriori indagini e aver contattato direttamente il DPO del CISIA Biagio Depresbiteris per delucidazioni, risult\u00f2 che il famoso dato era una fotografia dell\u2019alunno, che sarebbe stata immagazzinata per un massimo di 3 anni e che sarebbe stata utilizzata \u201csoltanto per rendere pi\u00f9 efficace, sicuro e veloce il riconoscimento dello studente\u201d durante il test. La foto sarebbe infatti apparsa a schermo sui computer della prova, permettendo ai commissari di sala di verificare la corrispondenza tra studente e immagine. Il DPO dichiar\u00f2 inoltre che non sarebbe stata trattata da software di nessun tipo (di conseguenza neanche quelli di riconoscimento facciale).<\/p>\n\n\n\n

Etica Digitale all\u2019epoca non disponeva dei mezzi per poter verificare tutto ci\u00f2, tant\u2019\u00e8 che a parte congetture personali come \u201c\u00e8 davvero necessario caricare la foto online? Che problemi porta il sistema attuale con la carta d\u2019identit\u00e0 mostrata sul posto? Si sta esponendo la privacy dello studente inutilmente? Non richiede pi\u00f9 tempo il dover allegare la foto rispetto al metodo precedente?\u201d non potemmo fare altro. Tuttavia, a meno di un anno di distanza il CISIA torna tra le segnalazioni con quello che \u00e8 stato il suo adattarsi all\u2019emergenza COVID-19: il TOLC@CASA.<\/p>\n\n\n\n

TOLC@CASA \u00e8 un test d\u2019ingresso adottato da alcune facolt\u00e0 che ne permette lo svolgimento da casa propria tramite la piattaforma Zoom e un\u2019impostazione particolare della stanza. Nel PDF chiamato \u201cConfigurazione Stanza TOLC@CASA, Prove ed Esigenze di Rete<\/a>\u201d infatti, vengono indicati i requisiti per sostenere il test e su come lo studente dovr\u00e0 vestirsi, prepararsi e comportarsi per risultare idoneo.<\/p>\n\n\n\n

Partendo dal software utilizzato, Zoom \u00e8 stato nel mese d\u2019aprile travolto da articoli<\/a> su articoli<\/a> riguardanti le falle non solo sul lato privacy, bens\u00ec anche su quello della sicurezza, tanto da rischiare una causa<\/a>. Per via di ci\u00f2, i ban alla piattaforma non si sono fatti aspettare, sia da aziende come l\u2019americana SpaceX<\/a> che ha dichiarato a riguardo \u201cgravi preoccupazioni\u201d, sia dalle scuole di interi stati come Singapore<\/a>. Di suo, la ditta di Zoom \u00e8 subito corsa ai ripari fermando tutte le nuove funzioni in programma per 90 giorni e concentrandosi sull\u2019aspetto della sicurezza; tuttavia, sull\u2019adeguatezza del suo operato c\u2019\u00e8 discordanza fra gli esperti, che oscillano<\/a> tra \u201cuno dei migliori\u201d e \u201ccaz**te ipocrite\u201d, dove quest\u2019ultimi incolpano l\u2019azienda di essersi preoccupata di ci\u00f2 solo perch\u00e9 aveva iniziato a fare troppo rumore \u2014 al posto di progettare un sistema incentrato sulla privacy fin dall\u2019inizio. Quest\u2019ultimo punto \u00e8 infatti corroborato dalla policy<\/a> dell\u2019azienda, che dichiara di utilizzare i dati raccolti con strumenti di tracciamento come Google Analytics, cookie e fingerprinting anche per fini commerciali. In altre parole, il CISIA sta \u2013 volontariamente o meno \u2013 mercificando l\u2019esperienza scolastica degli studenti.<\/p>\n\n\n\n

Per quanto riguarda lo svolgimento della prova invece, lo studente dovr\u00e0 sedersi in una stanza dotata di un\u2019unica porta, con abbastanza luce e con il cellulare alle sue spalle che inquadra \u2013 appunto \u2013 le sue spalle, la porta, il computer e la scrivania. In altre parole, Zoom girer\u00e0 sul telefono che funzioner\u00e0 da telecamera per i commissari di sala. Il CISIA consiglia anche di non tenere elementi personali nella stanza come libri o testi sacri per preservare la privacy dello studente, cosa che per\u00f2 viene abbastanza vanificata da quanto dimostrato nel paragrafo precedente. A ci\u00f2 bisogna aggiungere la raccomandazione di disattivare l\u2019antivirus per permettere agli strumenti offerti dal CISIA di girare indisturbati qualora potesse dare problemi: indagando il codice della simulazione non abbiamo trovato nulla di strano se non commenti… creativi, ma rimane la domanda se verranno aggiunti o meno programmi nella prova ufficiale e se di conseguenza saranno a codice aperto per garantire allo studente che fanno solo quello che dichiarano di fare.<\/p>\n\n\n\n

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Codice della simulazione del CISIA che recita “Da aggiustare nel cazzo di Opera (?!)” (Opera infatti non \u00e8 elencato nel PDF tra i browser accettati)<\/em><\/figcaption><\/figure><\/div>\n\n\n\n

I requisiti poi diventano un vero e proprio ostacolo per chi vuole sostenere la prova: al di fuori della stanza idonea e dell\u2019hardware come avere un PC e un telefono abbastanza recenti che gi\u00e0 possono essere limitanti, il problema principale giace nella connessione richiesta: almeno 600kbps in upload. In questi ultimi mesi, i rallentamenti alle connessioni internet sono all\u2019ordine del giorno in quanto siamo stati costretti \u2013 chi pi\u00f9, chi meno \u2013 fra le mura di casa, tanto che in misura preventiva anche Netflix e YouTube hanno ridotto la qualit\u00e0 dei propri video<\/a> per evitare sovraccarichi (non disponiamo di dati alla mano, ma invitiamo il lettore a fare mente locale della sua esperienza quotidiana). Senza contare inoltre chi risiede in alcuni paesi lontani dalla citt\u00e0, dove i problemi di connessione persistono da anni.<\/p>\n\n\n\n

Per ovviare a ci\u00f2, il CISIA ha dichiarato sul suo blog<\/a> che chiunque non possa sostenere TOLC@CASA, avr\u00e0 la possibilit\u00e0 di svolgere il normale TOLC nei mesi a venire direttamente presso le sedi universitarie. E che se ci\u00f2 non fosse comunque possibile, che si adopereranno per trovare soluzioni efficaci. Il nostro dubbio, data questa affermazione, \u00e8: perch\u00e9 allora non rimandare il tutto in quei mesi a venire?<\/p>\n\n\n\n

Nonostante tutte le misure adottate infatti (come non poter indossare abiti con grandi tasche dove riporre oggetti), non sar\u00e0 comunque impossibile per lo studente imbrogliare \u2013 e pensare che nessuno lo far\u00e0 equivale a essere ingenui. Per esempio, se si abita al piano terra e la stanza dispone di una finestra, baster\u00e0 avere una persona al di fuori di essa che legga le domande sullo schermo, ne cerchi la risposta su internet e la comunichi nei modi pi\u00f9 creativi (come colpi di tosse, rumori o cartelloni con risposte). In altre parole, il sistema \u00e8 scavallabile e rischia di diventare una semplice gara a chi si ingegna di pi\u00f9.<\/p>\n\n\n\n

Vale quindi la pena mercificare lo studente, non avere certezze sulla correttezza della prova, e applicare dei requisiti che funzionano da vero e proprio sbarramento economico, solo per avere una possibilit\u00e0 in pi\u00f9 di tentare il test?<\/p>\n\n\n\n

L’articolo \u00e8 stato modificato una volta in data 07\/05\/2020 dopo aver controllato il codice JavaScript della simulazione CISIA<\/em><\/p>\n\n\n\n


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Dal software con scopi commerciali Zoom sino agli sbarramenti economici<\/p>\n","protected":false},"author":4,"featured_media":341,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":"","_share_on_mastodon":"0"},"categories":[3,67],"tags":[45],"class_list":["post-340","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-analisi","category-originali","tag-scuola"],"blocksy_meta":[],"share_on_mastodon":{"url":"","error":""},"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/340","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/users\/4"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=340"}],"version-history":[{"count":1,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/340\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1846,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/340\/revisions\/1846"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media\/341"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=340"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=340"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=340"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}