{"id":594,"date":"2022-03-27T15:22:10","date_gmt":"2022-03-27T13:22:10","guid":{"rendered":"https:\/\/eticadigitale.org\/?p=594"},"modified":"2023-05-31T18:23:39","modified_gmt":"2023-05-31T16:23:39","slug":"i-nazisti-sono-ancora-cosi-cattivi-se-combattono-per-noi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/eticadigitale.org\/2022\/03\/27\/i-nazisti-sono-ancora-cosi-cattivi-se-combattono-per-noi\/","title":{"rendered":"I nazisti sono ancora cos\u00ec cattivi, se combattono per noi?"},"content":{"rendered":"\n

La lista degli Individui e Organizzazioni Pericolose<\/a> \u00e8 un documento interno di Facebook\/Meta risalente almeno a nove anni fa. Da mesi questa lista sta venendo scandagliata dall\u2019Intercept, rivelando essenzialmente come Facebook rinforzi le visioni politiche statunitensi nel mondo.
La sua applicazione non \u00e8 imparziale: il Medio Oriente, l\u2019Asia, le comunit\u00e0 nere e latine vengono trattate con maggiore severit\u00e0, mentre al contrario, le estreme destre bianche vengono generalmente prese sottogamba.
Un esempio<\/a> \u00e8 la testata srilankese Tamil Guardian, che Jillian York dell\u2019Electronic Frontier Foundation ha definito vittima di un processo di \u201ccancellazione storica e culturale\u201d. La testata \u00e8 infatti stata sospesa \u2013 e pi\u00f9 volte censurata \u2013 dal social per aver documentato una defunta milizia del paese, le Tigri del Tamil, cosa che per\u00f2 non provoca punizioni alle testate occidentali che si occupano del medesimo tema. Come se una testata in Italia venisse punita per aver parlato di storia del fascismo, ma venisse permesso poi all\u2019Australia di trattarne senza problemi.<\/p>\n\n\n\n

Se da un lato Facebook ostracizza chi osa documentare pezzi infelici del proprio passato, sembra tuttavia chiudere un occhio verso chi quei pezzi infelici li dissotterra per il proprio futuro.
Il Battaglione Azov \u00e8 un
gruppo ucraino neonazista<\/a>, presente come molti altri nella lista degli Individui e Organizzazioni Pericolose dell\u2019azienda. Con lo scoppiare della guerra, vedendolo impegnato a combattere sul fronte per respingere l\u2019invasione russa (insieme a tantissimi altri reggimenti che nulla hanno a che vedere con il nazismo), il 24 febbraio l\u2019Intercept riporta<\/a> come Facebook abbia cambiato le sue politiche nei confronti del battaglione: i commenti a supporto di Azov potranno rimanere, a patto che non inneggino esplicitamente al nazismo.<\/p>\n\n\n\n

Per quanto la moderazione sia complicata e il mondo non sia bianco o nero, che il Battaglione Azov sia neonazista non dovrebbe lasciare grandi dubbi, a partire dal loro stemma: un sole nero<\/a> sullo sfondo \u2013 simbolo oggi usato da gruppi di estrema destra, neonazisti e suprematisti bianchi \u2013 con un gancio per lupi<\/a> (Wolfsangel<\/em>) specchiato che svetta al centro \u2013 altro simbolo usato al tempo del nazismo, poi sostituito dalla pi\u00f9 conosciuta svastica. Neanche i fatti di cronaca lasciano a interpretazioni: nel 2020<\/a> l\u2019ora generale ha definito il fondatore dell\u2019organizzazione neonazista Wotan Jugend come \u201cun\u2019ispirazione per i giovani di Azov\u201d, mentre nel 2015 il battaglione aveva mostrato interesse<\/a> verso i movimenti di estrema destra statunitensi. Ancora, nel 2010, colui che sarebbe diventato primo comandante nel 2014 aveva dichiarato<\/a> che l\u2019obiettivo dell\u2019Ucraina fosse \u201cguidare la razza bianca in una crociata decisiva contro i subumani (Untermenschen<\/em>) capitanati dai semiti\u201d.<\/p>\n\n\n\n

Al di fuori dell\u2019etica pienamente calpestata (in linea con la storia dell\u2019azienda, a partire dai ripetuti abusi<\/a> verso i moderatori di contenuti<\/a>), Facebook \u00e8 una compagnia da miliardi di utenti connessi ogni giorno: il rischio di creare dei simpatizzanti ingenui del Battaglione e di riscrivere la storia in un\u2019era cavalcata dalla disinformazione (carburata proprio da social come Facebook) \u00e8 concreto, nonch\u00e9 altamente pericoloso. Il combattere dei piccoli nazisti contro i grandi fascisti non dovrebbe rendere i primi meno crudeli. Cosa succederebbe, per esempio, a ruoli invertiti?<\/p>\n\n\n\n

Non \u00e8 comunque la prima volta che Facebook si autoproclama giudice, giuria e boia, sbilanciandosi in prese di posizioni sullo scacchiere geopolitico: l\u2019anno scorso sempre l\u2019Intercept riport\u00f2<\/a> come, nel conflitto israelo-palestinese, Facebook stesse strozzando i tentativi di critica nei confronti di Israele, utilizzando l\u2019ambigua parola \u201csionista\u201d a seconda di come le facesse comodo. Se infatti un coinvolgimento nelle elezioni presidenziali statunitensi era possibile giustificarlo con semplice avidit\u00e0 e mancanza di morale (pi\u00f9 spazi pubblicitari e interazioni = pi\u00f9 soldi), in questi casi Facebook diventa estensione di un disegno politico ben definito che risponde al proprio governo. Una cosa che, attenzione, non deve risultare cos\u00ec strana: la cinese TikTok, per esempio, due anni fa aveva temporaneamente rimosso<\/a> \u201cper sbaglio\u201d chi parlava cantonese piuttosto che mandarino, dove quest\u2019ultima \u00e8 lingua ufficiale (mentre la prima \u00e8 parlata soprattutto nell\u2019area di Hong Kong).<\/p>\n\n\n\n

Queste compagnie, in altre parole, rispondono in qualche misura alla nazione dove sorgono (seppur perseguendo anche i propri interessi), e bisogna far molta attenzione nel non cascare in quella falsa idea che le vede come entit\u00e0 neutrali. Bisogna anzi chiedere sempre maggiore trasparenza, per far s\u00ec che eventi come quelli del Battaglione Azov non rimangano nell\u2019ombra.<\/p>\n\n\n\n

Per quanto possiamo essere tentati di schierarci da una parte o dall’altra del dibattito – \u00e8 giusto o no supportare i neonazisti che combattono i russi? – \u00e8 importante rendersi conto che la domanda cruciale \u00e8 un’altra: in una democrazia funzionante, ha senso che siano lasciate a Facebook, un’azienda statunitense quotata in borsa con propri obiettivi commerciali, decisioni di questa importanza sociale, umanitaria e politica?<\/p>\n\n\n\n

Immagine di copertina realizzata da noi da immagini di pubblico dominio, CC-BY-SA 4.0<\/em><\/p>\n\n\n\n


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Facebook non sembra concordare, permettendo alla gente sulla piattaforma di supportare il Battaglione Azov, gruppo neonazista ucraino impegnato a respingere le forze russe<\/p>\n","protected":false},"author":4,"featured_media":597,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":"","_share_on_mastodon":"1"},"categories":[3,67],"tags":[14,22,41],"class_list":["post-594","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-analisi","category-originali","tag-azov","tag-facebook","tag-nazismo"],"blocksy_meta":{"styles_descriptor":{"styles":{"desktop":"[data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .page-title {--theme-font-size:30px;--theme-heading-color:var(--theme-palette-color-1);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .entry-meta {--theme-font-weight:600;--theme-text-transform:uppercase;--theme-font-size:12px;--theme-line-height:1.3;--theme-text-color:var(--theme-palette-color-5);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .entry-header .page-description {--theme-text-color:var(--theme-palette-color-5);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .hero-section[data-type=\"type-2\"] > figure .ct-media-container:after {background-color:rgba(18, 21, 26, 0.75);} [data-prefix=\"single_blog_post\"] .hero-section[data-type=\"type-2\"] {background-color:var(--theme-palette-color-6);background-image:none;--container-padding:50px 0px;}","tablet":"","mobile":""},"google_fonts":{"Manrope":["n4","n6"]},"version":6},"has_hero_section":"enabled","hero_section":"type-2","pageTitleOverlay":{"background_type":"color","background_pattern":"type-1","background_image":{"attachment_id":null,"x":0,"y":0},"gradient":"linear-gradient(135deg,rgba(6,147,227,1) 0%,rgb(155,81,224) 100%)","background_repeat":"repeat","background_size":"auto","background_attachment":"scroll","patternColor":{"default":{"color":"#e5e7ea"}},"overlayColor":{"default":{"color":"CT_CSS_SKIP_RULE"}},"backgroundColor":{"default":{"color":"rgba(18, 21, 26, 0.75)"}}},"pageExcerptColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-5)"}},"pageTitleFontColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-1)"}},"pageMetaFontColor":{"default":{"color":"var(--theme-palette-color-5)"},"hover":{"color":"CT_CSS_SKIP_RULEDEFAULT"}},"hero_elements":[{"id":"custom_title","enabled":true,"heading_tag":"h1","title":"Home","__id":"ZM7SUvIDpeZTp5fDbNkfs"},{"id":"custom_description","enabled":true,"description_visibility":{"desktop":true,"tablet":true,"mobile":false},"__id":"9nfTxlBDhoUBeRl1i3GKg"},{"id":"custom_meta","enabled":true,"meta_elements":[{"id":"author","enabled":false,"label":"Di","has_author_avatar":"yes","avatar_size":25,"__id":"qZiQ8f9UlVutBoeR-1Ybv"},{"id":"post_date","enabled":true,"label":"On","date_format_source":"default","date_format":"M j, Y","__id":"HU0oU42dwPHsK9C5U_lu6"},{"id":"updated_date","enabled":false,"label":"On","date_format_source":"default","date_format":"M j, Y","__id":"Lq2PqIgtAGd5NDxLT7U1M"},{"id":"categories","enabled":true,"label":"In","style":"simple","__id":"ENSLjZQxr16L-sD9z5Ei-"},{"id":"comments","enabled":false,"__id":"sqYs6bLDT4PJuFfLvuqjW"}],"page_meta_elements":{"joined":true,"articles_count":true,"comments":true},"__id":"8IiHYG7BmWev707eppcAu"},{"id":"breadcrumbs","enabled":false,"__id":"n9PTJJv-W4o6X0mlV32f7"}]},"share_on_mastodon":{"url":"","error":""},"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/594","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/users\/4"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=594"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/594\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":2813,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/594\/revisions\/2813"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media\/597"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=594"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=594"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/eticadigitale.org\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=594"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}