🇮🇹 Il Ministero dell’Interno non vuole rivelare come usa il riconoscimento facciale

Sari è il sistema automatico di riconoscimento facciale impiegato in Italia dalle forze dell’ordine. Da anni, la testata IrpiMedia e l’associazione StraLi si battono per ottenere informazioni sul suo funzionamento, con il Viminale che continua a essere restio a volerne svelare i dettagli.

Grazie ai loro sforzi oggi sappiamo che, dei 20 milioni di volti presenti nella banca dati usata da Sari, 8 persone su 10 sono straniere, ma non conosciamo i criteri che ne determinano l’aggiunta. Nel 2022 le ricerche con Sari sono state 79 mila, contro le 131 mila del 2023 – un aumento di oltre il 65%. Dato interessante, se si considera che la percentuale di crimini dei primi mesi del 2023 è diminuita del 5,5%.

Di queste ricerche, non è dato sapere né il criterio (per quali reati vengono impiegate?) né quante si siano rivelate effettivamente utili nelle indagini. Nei Paesi Bassi, dove i dati sono pubblici, le stime di utilità vanno dall’8 al 12%.

I Paesi Bassi, insieme alla Germania (altro Paese con informazioni pubbliche a riguardo), rivelano un altro dato interessante: ogni 1000 reati, si effettuano in media meno di 2 ricerche tramite riconoscimento facciale. In Italia, le ricerche salgono invece a 60 ogni 1000: oltre il 3000% in più.

https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-viminale-riconoscimento-facciale-trasparenza/