Il rapporto pubblicato dall’Osservatorio Europeo sulle Aziende mostra come, nonostante l’agguerrita concorrenza per la supremazia del proprio modello d’intelligenza artificiale (IA), compagnie come Microsoft e Google siano estremamente unite nell’esercitare pressioni sullɜ legislatorɜ dell’Unione Europea per non applicare il suo prossimo regolamento sull’IA alle IA di uso generale (IAUG).
Il regolamento non si riferisce alle singole tecnologie, ma si basa sul rischio: sono ad alto rischio alcune aree come la giustizia, l’istruzione, l’occupazione, l’immigrazione, (e dunque soggette al più stretto livello di regolamentazione), mentre altre a basso rischio necessiterebbero solamente di aderire a un codice di condotta.
Questo approccio obbligherebbe i distributori delle IAUG a dover costantemente garantire l’uso di dati imparziali, e ad affrontare in modo proattivo i problemi di sicurezza. Aspetti che le singole società non sarebbero però in grado di garantire.
Per evitare che questi obblighi diventino legge, le grandi società hanno adottato diversi metodi di lobbismo, diretto e indiretto. Dal mascherarsi dietro a gruppi che fingono di rappresentare gli interessi delle nuove imprese (finanziate invece dai giganti tecnologici) ad altri che riuniscono espertÉœ sul tema per informare la classe politica sul funzionamento dell’IA – espertÉœ tra cui si celano però rappresentanti dell’industria.
https://techcrunch.com/2023/02/23/eu-ai-act-lobbying-report/