Ultime dal digitale

🇮🇹 Il Friuli Venezia Giulia spinge per il software libero

In Friuli, una proposta di legge firmata Open Sinistra FVG vorrebbe che la PA desse la priorità all’utilizzo di software libero: “ogni volta che un ente pubblico decide di usare un software proprietario, deve motivare esplicitamente la scelta. In caso contrario, rischia di perdere i contributi regionali”.

Oltre agli obblighi, la legge mira a piani di promozione dello strumento, coinvolgendo PA, università, centri di ricerca, mondo produttivo e associazioni di categoria. Il testo prevede inoltre un intervento culturale sulla scuola, attraverso percorsi di educazione digitale per sensibilizzare le classi sui vantaggi – etici e pratici – di tale approccio. L’auspicio ultimo rimane quello di creare un modello di legge che possa essere replicato in più regioni.

https://www.orizzontescuola.it/software-libero-nella-pubblica-amministrazione-la-proposta-di-legge-parte-dal-friuli-venezia-giulia-in-cosa-consiste/

🇨🇦 Un piano per l’istruzione sull’uso etico dell’IA ha inserito fonti che non esistono – probabilmente con l’IA

Un documento redatto per riformare il sistema scolastico della provincia canadese di Terranova e Labrador contiene almeno 15 citazioni inventate.

Parliamo dello “Education Accord Newfoundland and Labrador”, 418 pagine di documento frutto di 18 mesi di lavoro, presentato il 28 agosto dalle copresidenti Anne Burke e Karen Goodnough, docenti della Facoltà di Scienze della Formazione della Memorial University, insieme al ministro dell’Istruzione Bernard Davis.

Le citazioni contestate sarebbero state generate da un modello linguistico di intelligenza artificiale. Il fatto che questi sistemi abbiano la tendenza a produrre riferimenti dall’aspetto impeccabile (ma in realtà inesistenti) è un fenomeno ben noto in ambito accademico e giudiziario, perché il falso ben confezionato può trarre in inganno anche le figure più esperte che non vanno oltre una verifica superficiale

Interpellata, Goodnough ha dichiarato via e-mail che lo staff sta ricontrollando le fonti e che, per il momento, non può aggiungere altro.

Nel frattempo, il documento non è più online.

https://www.cbc.ca/news/canada/newfoundland-labrador/education-accord-nl-sources-dont-exist-1.7631364

🕵️‍♀️ Meta condannata per aver rubato i dati mestruali di milioni di donne

Ad agosto 2025 una giuria di San Francisco ha condannato Meta per violazione della legge californiana sulla privacy. Tra il 2016 e il 2019 l’azienda ha raccolto illegalmente i dati privati delle utenti di Flo, un nota app per il controllo mestruale, collezionando informazioni sulla loro ovulazione, rapporti sessuali, tentativi di gravidanza, oltre che sui cicli mestruali stessi. Tali dati sono poi stati usati per alimentare il sistema delle pubblicità mirate (ne avevamo parlato qui).

La vicenda è esplosa nel 2021 con una class action, dopo che già nel 2019 il Wall Street Journal aveva documentato il tracciamento capillare e la monetizzazione di queste informazioni sensibili. La giuria ha respinto le argomentazioni dell’azienda, che scaricava invece la colpa su Flo.

L’azienda di pubblicità mirata Flurry aveva già raggiunto un accordo extragiudiziale nel marzo 2025, Google aveva concordato un accordo di massima ad agosto 2025, mentre Flo ha patteggiato durante il processo senza ammettere colpe.

Il problema di fondo però rimane: i dati sulla salute (riproduttiva e non) possono diventare strumenti di sorveglianza o persino prove in tribunale contro le socializzate donne, in un mercato digitale che vive di consenso opaco e sfruttamento dei dati.

https://www.courthousenews.com/meta-violated-privacy-law-jury-says-in-menstrual-data-fight/

🇺🇸 Ring reintroduce l’accesso diretto della polizia alle videocamere domestiche

Con il ritorno del fondatore Jamie Siminoff, il citofono “intelligente” Ring (Amazon) ha rilanciato strumenti che permettono alla polizia di chiedere direttamente le registrazioni dell’utenza e persino di ottenere accesso in diretta ai dispositivi.

Questa mossa segna una netta inversione rispetto alle riforme degli ultimi anni, quando la società aveva interrotto le collaborazioni ufficiali con le forze dell’ordine e introdotto la crittografia end-to-end – anche a seguito di alcuni scandali.

In passato, infatti, la polizia aveva utilizzato dei filmati Ring per monitorare proteste e/o ottenere informazioni senza consenso legale, trasformando i citofoni in dispositivi di sorveglianza capillari.

L’azienda si dichiara inoltre pronta a gettarsi sull’IA, da applicare a sistemi di riconoscimento facciale e analisi video predittiva, rischiando di esacerbare il livello di sorveglianza di cui già dispone.

A livello normativo, la situazione resta incerta. L’intervento dell’agenzia governativa del Paese per la tutela dei consumatori aveva costretto Ring a introdurre maggiori tutele sulla privacy in passato, ma il ritorno a pratiche aggressive mostra quanto fragile sia la garanzia dei diritti individuali.

https://www.eff.org/deeplinks/2025/07/amazon-ring-cashes-techno-authoritarianism-and-mass-surveillance

🇺🇸 Lavoranti di Microsoft manifestano per chiedere all’azienda di tagliare immediatamente i ponti con Israele

Dopo l’inchiesta di inizio agosto da parte del Guardian, Local Call e +972 Magazine, che ha rivelato come la tecnologia fornita da Microsoft permetta ad Israele di accelerare le sue meccaniche di apartheid prima e genocidio ora, lavoranti Microsoft hanno occupato una piazza della sede principale di Microsoft, a Redmond.

La piazza, rinominata dal gruppo in protesta “Piazza dellɜ bambinɜ palestinesi martiri”, chiede l’immediata interruzione di ogni forma di cooperazione con lo stato d’Israele. Vuole inoltre che l’azienda riveli tutti i suoi legami con lo stato ebraico, chiedendo infine un cessate il fuoco e la libertà di parola per discorsi e iniziative pro Palestina. Tali richieste prendono vita dal movimento “Niente Azure per l’apartheid” (Azure è il servizio offerto da Microsoft a Israele), movimento nato da impiegatɜ Microsoft nel maggio 2024.

Niente Azure spinge per quella che definisce un’Intifada operaia, annunciando nel suo recente comunicato pubblico: “Microsoft e i suoi vertici hanno sfruttato il nostro lavoro per consolidarsi come colonna verterbrale tecnologica della macchina genocida israeliana, che ricatta, sequestra, massacra e mutila milioni di palestinesi. In cambio, questi stessi vertici si intascano miliardi di dollari promuovendo e sostenendo il progetto coloniale israeliano di genocidio, apartheid, migrazione forzata, pulizia etnica e crimini di guerra, che hanno messo e continuano a mettere in pericolo l’autodeterminazione e la stessa esistenza del popolo palestinese”.

In risposta, la polizia di Redmond ha arrestato 18 manifestanti con una serie di capi d’accusa, tra cui l’aver vandalizzato la scritta Microsoft con della vernice rossa, a simboleggiare il sangue. Microsoft continua infine a sostenere che non sapeva per cosa venisse usata esattamente la sua tecnologia, anche se un’analisi del contesto e dell’organo di spionaggio israeliano con cui collabora, misto alle prove e alle fonti consultate, rende tale affermazione alquanto difficile da credere.

https://www.elsaltodiario.com/estados-unidos/trabajadores-microsoft-ocupan-sede-empresa-exigir-corte-vinculos-israel