L’articolo è stato realizzato in collaborazione con LeAlternative, un progetto italiano di divulgazione di strumenti che rispettino la privacy delle persone
Questo articolo è scritto in piena emergenza coronavirus COVID-19 in Italia e nasce per un’esigenza che ci sta particolarmente a cuore. L’emergenza sanitaria ha infatti bloccato la maggior parte degli incontri e degli spostamenti privilegiando le videoconferenze, le videochiamate e lo smart working. Quali alternative ai tempi del COVID-19? Esistono alternative a Skype, a Microsoft Teams, a Google Classroom oppure a Google Hangouts Meet? Perché purtroppo per molte realtà, anche pubbliche, sono infiniti gli esempi dove si è preferito utilizzare Skype al posto di alternative open source. Anche per le scuole.
Non siamo ovviamente contrari né allo smart working né alle videoconferenze. Ha però davvero poco senso questa pubblicità gratuita ed immotivata ad una società privata come Microsoft e a Skype, che ha adottato posizioni moralmente discutibili nel corso degli anni. Si prenda per esempio la delocalizzazione delle analisi delle conversazioni di Skype in paesi come la Cina, paese che filtra ogni contenuto internet, avvenuta l’anno scorso; con tra l’altro misure di sicurezza non all’altezza dello standard. O le posizioni prese dalla Microsoft per la costruzione di uno Skype cinese personalizzato già dal lontano 2006, che aderisse alla censura del governo cinese pur di potersi espandere. E come possiamo lasciare le lezioni degli alunni a servizi come Google Classroom, la compagnia per eccellenza che ha fatto del surplus comportamentale (ovvero il raccogliere più dati di quelli che gli servono effettivamente) la sua prima fonte di guadagno? Siamo esseri sociali, e vedere come stiamo rimanendo in piedi aiutandoci l’un l’altro nonostante l’isolamento è una cosa bellissima: lezioni e corsi gratuiti, video divulgativi, challenge di disegno, elenchi di cose da fare per tenersi impegnati, comunità che nascono, live di calligrafia, università attive. Questo e tanto altro sta succedendo in Italia, e sarebbe un peccato permettere a compagnie ispirate dal solo guadagno a spesa delle nostre abitudini, dello spazio privato, di approfittarsi di tutto ciò.
Per tutti: alternative a Skype e lezioni live sui social
Jitsi
Jitsi è un’ottima alternativa gratuita per chat, chiamate di gruppo, videochiamate e videoconferenze e la sua peculiarità è che, oltre all’app ufficiale per telefono, è lanciabile persino da browser dal suo sito ufficiale! Se optaste per questa opzione, vi ricordiamo sempre di usare browser incentrati sulla privacy come Firefox piuttosto che Chrome (qui è spiegato come impostare Firefox al meglio). Inoltre, per chi vuole avere il programma nelle proprie mani e non affidarsi al loro server, essendo open source, se avete le capacità necessarie potete hostarlo direttamente da casa vostra. Jitsi è anche crittografato end-to-end per una maggiore sicurezza ed è disponibile sia ufficialmente per Android (anche F-Droid) e iOS, sia per Windows, Linux e Mac grazie alla sua community. Vi linkiamo una semplice guida passo passo della docente di matematica e fisica Laura Tonelli che ci spiega come funziona. Qui invece una guida scritta, se preferite.
Jami
Jami è un’alternativa multi-piattaforma perfetta per sostituire Skype. È disponibile per Windows, Linux, Mac, iOS e Android. Con Jami è possibile inviare messaggi, effettuare chiamate e videochiamate, condividere il proprio schermo e fare delle videoconferenze di gruppo. È gratuito, sicuro (con crittografia end-to-end) ed open source! Inoltre, caratteristica importante per la propria privacy, non ha un server proprietario ma è completamente peer-to-peer.
Insegnamento: alternative a Microsoft Teams e Google Classroom
BigBlueButton
BigBlueButton è un’applicazione open source da installare su un server ed è un’alternativa professionale per le lezioni online a costi irrisori (a carico dell’istituzione, gli studenti non pagano). Dispone di decine di funzionalità: condivisione schermo, chat, videochiamate, videoconferenze, lavagne condivise, stanze separate per lavori in gruppo e altre. Il tutto con un supporto commerciale di molteplici aziende. Essendo poi in HTML5 non è necessario installare app per utilizzarlo, basterà semplicemente il vostro browser. Secondo alcuni test ha funzionato alla grande. Speriamo di vederlo prima o poi in versione “one-click” utilizzabile per tutti facilmente, invitando nel frattempo le istituzioni scolastiche a prenderlo in considerazione per il rispetto del proprio corpo scolastico e degli studenti.
Jitsi
Il già citato Jitsi può essere utilizzato, seppur con meno funzioni rispetto al precedente, come strumento per videolezioni.
Altre alternative ai tempi del COVID-19
Signal
Alcune aziende fanno affidamento ai gruppi su Whatsapp per parlare di lavoro. Come abbiamo già visto questo è un male sotto molti punti di vista. Convincete i colleghi (ed il capo) ad usare Signal, per garantire che nessun’azienda usi le vostre abitudini (lavorative, ma anche private) per fare ancora più soldi. Signal protegge lo smart working e la propria privacy, ed è disponibile su Android, iOS, Linux, Windows e Mac. Per chi non vuole passare per gli store, l’apk può essere inoltre scaricata dal sito ufficiale.
PeerTube
Se volete caricare video a libero accesso, tipo dei tutorial, vi consigliamo PeerTube. PeerTube è simile a YouTube, ma evita che i dati finiscano in mano a Google. Ognuno può tirare su la propria versione di PeerTube, come l’istanza italiana di Peertube.uno dove potete appunto registrarvi per caricare i vostri video. Sottolineiamo che l’intento di PeerTube NON è monetizzare, e nel caso voleste farlo, potete usare siti esterni per donazioni come ad esempio Patreon o Liberapay.
CryptPad
Se invece volete condividere documenti stile Google Drive, potete farlo grazie a CryptPad. Essendo un sito Zero Knowledge, al contrario di Google il server non può sapere cosa scrivete nei file che create, che siano fogli di testo, tabelle di calcolo o presentazioni. Per registrarvi basta un nickname e una password (quindi conservatela per bene, perché non potete recuperarla!), potete scegliere con chi condividere i vari file, organizzarvi lo spazio in cartelle e supporta il lavoro in contemporanea. CryptPad è open source e dispone sia di una versione gratuita che una versione a pagamento più ampia, con più spazio a disposizione. Se vi interessa abbiamo scritto una guida in merito con altri siti simili a confronto qui.
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